Renato Riva’s Blog

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L’Orco di Rhemes

Eh si’! Non di solo pane vive l’uomo. Vive anche di passioni. E il sottoscritto una passione certamente ce l’ha, feroce e da lunga pezza: quella per la montagna. Escursionismo, alpinismo, sci, scialpinismo e sci di fondo. Non arrampico piu’, perche’ l’arrampicata richiede una preparazione che il poco tempo libero non mi permette di mantenere e, dato che con la roccia non si scherza, meglio lasciar perdere. Non parlo dell’arrampicata sportiva dove c’e’ un chiodo ultratecnologico ogni tre metri e ti puoi fermare quando vuoi (e va benissimo cosi’!). Parlo dell’arrampicata classica, dove c’e’ un chiodo vecchio e arrugginito ogni 5, 10, 20, o anche piu’ metri, a seconda della difficolta’ e dove se ti fermi sono fatti tuoi. Dove ci vuole tanta testa libera e concentrata e due braccia toste. Perche’ la forza di gravita’ tira verso il basso, ahime’. Ma continuo a praticare il resto con assiduita’. Io stra-amo la montagna. Mi da’ sensazioni ed emozioni incredibili. E cosi’, dopo aver concluso la scrittura di ORGANIZZARE, INNOVARE, VENDERE, ho messo mano ad un vecchio progetto che rischiava di ammuffire sul dischetto, poi sul CD e poi sulla chiave USB. Scrivere mi piace e mi rilassa. Mi piace piu’ scrivere che leggere. Come mi ha detto un amico, e’ come per i regali: e’ tanto bello riceverli (leggere), ma e’ anche tanto bello farli (scrivere).  Ho messo mano ad un romanzo ambientato in montagna. E’ la storia del rapporto tra un gruppo di ragazzi degli anni 70 e una parete inviolata (tuttora inviolata!) della bellissima Valle di Rhemes: la Est della Grande Rousse. E’ un paretone notevolissimo, alto 1000 metri (dai 2600 ai 3600), pericoloso e difficile. La cosa divertente e’ che ho pure trovato un editore (valdostano) che ha creduto in un milanese che raccontava storie ambientate la’. Nicola Alessi (Edizioni Le Chateau) l’ho conosciuto una sera di Aprile al Granta Parei di Rhemes. Il giorno dopo siamo saliti insieme con ciaspole (lui) e sci (io) nel vallone di Entrelor in una nebbia assurda a vedere una gara di sci alpinismo, il Trofeo Rollandoz.  Maurizio Fiorano, produttore le Fueillet,  si e’ fatto come al solito trovare pronto con il suo fantastico bianco Petite Arvine (servito freddo, senza problemi)  ai 2700 metri del giro di boa della gara (di solito e’ a 3400, ma con quel tempo c”era poco da alzarsi oltre..).  Insomma a Nicola il manoscrtitto era piaciuto e, complice certamente la Petite Arvine, ha deciso di darlo alle stampe. Il 7 di Agosto, un giorno di tregenda per Rhemes (temporale violentissimo, strada chiusa,  50 Scout da evacuare, Sindaco con due cellulari attivi a coordinare le operazioni) abbiamo presentato il libro nella meravigliosa Salle Polyvalente del comune di Rhemes Notre Dame.  Donato Ronc, il Sindaco, ci ha fatto l’onore di ospitarci e, incredibile, nonostante il tempo da lupi, la sala era piena.  Per me e’ stata un’esperienza belissima. Poi il libro ha fatto capolino a Milano (Le Chateau e’ un editore molto focalizzato sullaValle) e l’hanno letto alcuni personaggi che fanno parte del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna (GISM) http://www.gruppogism.it/?p=230  i quali mi hanno invitato ad entrare come Socio Accademico nel Gruppo. Non posso che ringraziare Piero Carlesi e Marco Tieghi per questo onore che mi hanno riservato. Ma la storia non finisce qui: il 28 Dicembre alle ore 18 si parlera’ dell’Orco di Rhemes a Courmayeur, presso la Salle de l’Ange, presenti il Presidente delle Guide e il Presidente del Soccorso Alpino della Valle d’Aosta. Il contenuto del libro fara’ da spunto per una conversazione sulla sicurezza in montagna. Anche questa cosa mi onora molto e mi fa un gran piacere.

Last but not least: ho voluto dedicare questo libro a quattro ragazzi che sono morti lo scorso mese di Gennaio sulla parete Nord dell’Aiguille du Midi nel gruppo del Bianco. Erano certamente quattro appassionati di montagna e penso io, pur non conoscendoli, bravi alpinisti. Erano mossi dalla stessa passione dei ragazzi che io avevo descritto nel l mio libro. Sono precipitati per qualche errore o per pura sfortuna (cosa che puo’ accadere anche al migliore degli alpinisti). Il giorno dopo sui giornali e in televisione si sono lette e sentite parole di disapprovazione per loro se non addirittura di ironia (Luna Park, improvvisazione , ecc.).  Io mi sono andato a guardare il sito di uno di loro  http://www.bivaccodidario.com/  che tragicamente si e’ interrotto proprio quel giorno. E ho sentito di volergli bene come a tutti quelli con cui ho arrampicato e salito montagne. Per questo l’ho dedicato a lui e ai suoi amici.

dicembre 15, 2009 Posted by | Uncategorized | , , , , , , , , , | 1 commento